Fossoli (MO), 2019-20.
Progetto per il concorso internazionale per la progettazione del nuovo centro visitatori e la sistemazione degli spazi per i resti del Campo di Fossoli. Progetto premiato con il quarto posto.
“Fossoli oggi rappresenta uno dei luoghi più drammatici della deportazione in Italia, eppure ciò che ci si trova davanti non ha la stessa forza di quello che effettivamente il luogo rappresenta nella mente e nella cultura di chi lo visita, nei ricordi dei sopravvissuti e dei loro discendenti, nella memoria degli abitanti di quella regione d’Italia in cui la lotta contro i nazifascisti ha conosciuto uno dei periodi più tragici e cruenti.
Questa distanza tra ciò che si guarda e ciò che si vede, ci è parso l’aspetto più prezioso e più rilevante del Campo. Per noi, infatti, l’immagine che il campo di Fossoli oggi trasmette più di ogni altra cosa è quella di una tenace tensione tra l’oblio e la memoria.
Da un lato le testimonianze della sua forma primordiale che ancora si percepiscono con i resti di architetture essenziali, scabre e seriali….. Dall’altro i segni di un oblio incerto: muri ridotti a ruderi, tetti mancanti, erba verde che ricopre gli spazi aperti, alberi che hanno trovato posto all’interno degli edifici, ma anche piastrelle e muri dipinti negli interni delle baracche che ricordano un passato di vita comune ben lungi da quello di un campo di prigionia”.
Cogliendo la forza simbolica che il campo e il luogo hanno oggi come sovrapposizione di interventi che nel tempo hanno affrontato la dicotomia tra oblio e memoria, tra conservazione e abban- dono, avevamo scelto non tanto di ricostruire o demolire selettivamente parti dei resti del campo, quanto piuttosto di salvaguardare la sovrapposizione di elementi che rappresentano le complesse vicende di una memoria tanto dolorosa.
La strategia scelta è stata dunque quella di inserire segni architettonici minimi non invasivi, non predominanti rispetto all’esistente e che allo stesso tempo contribuiscano a conservare e mettere in sicurezza ciò che c’è, o tutto al più, rievocare alcuni elementi costitutivi del campo di prigionia.
Con Giorgio Macola, Manuel Minto. Illustrazioni di Manuele Fior